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Eleonora Lo Bianco, campionessa nella pallavolo e nella lotta contro il cancro

34 anni, ora al suo quinto mondiale. Dal 23 settembre al 12 ottobre, in sei città italiane. La pallavolista ha sconfitto un cancro al seno nel 2010 e ora torna in forma dopo problemi alla schiena. Testimonianza di forza e talento di un'atleta speciale

È la più azzurra di tutte. Ma per un attimo ha creduto di perdere l’occasione che aspettava da una vita: essere protagonista nel Mondiale in Italia, il primo nella storia della pallavolo femminile. Eleonora Lo Bianco solo all’ultimo ha potuto scacciare la sensazione di incompiutezza che inevitabilmente è, per un atleta, perdere una chance del genere. E non ci ha pensato due volte quando ha ricevuto la chiamata di Marco Bonitta, il ct dell’unico oro azzurro (a Berlino nel 2002) e pure quello che con un bel gruppo di compagne aveva contribuito a far cacciare nell’agosto del 2006, a ridosso della competizione in Giappone.

“Ero dispiaciuta di non essere convocata, come poterlo nascondere? Era dura pensare che non ci sarei stata. E tuttavia avevo accettato la scelta dell’allenatore, perché è così che funziona”. A riaccendere l’entusiasmo sono state però le vicissitudini delle palleggiatrici, Tai Aguero e Francesca Ferretti, su cui Bonitta aveva deciso di puntare: la prima ha rinunciato per la recente gravidanza, la Ferretti si è infortunata.

Leo Lo Bianco, a sedici anni dal debutto e a due dall’ultima apparizione in Nazionale (si è defilata in seguito a Londra 2012), potrà così incrementare le 524 presenze e giocarsi, a 34 anni, il quinto mondiale: dal 23 settembre al 12 ottobre, in sei città (Bari, Modena, Roma, Trieste, Verona e, per le finali, Milano). La palleggiatrice a lungo capitano (adesso la fascia è passata a Francesca Piccinini) e pilastro delle azzurre è tornata in palestra ad agosto, gettando all’aria, con non poca soddisfazione, un’estate in precedenza destinata al relax: soltanto trentacinque giorni ha avuto a disposizione per recuperare la forma perfetta e – perché no? – per lottare per un posto da titolare. “Il Mondiale è lungo, vedremo… Ho archiviato il dolore alla schiena, anche se un po’ di affaticamento c’è. Però le possibilità per fare bene esistono”.

Del resto, titolare o no, in una squadra nata da un sapiente mix tra giovani promesse e giocatrici già affermate, l’esperienza della Lo Bianco, che tra i tanti successi ha anche due Coppe del Mondo e altrettanti Europei, sarà una preziosa risorsa in campo e fuori. Lei, che di battaglie sportive se ne intende, ha saputo vincere quella più importante, il tumore al seno che l’ha colpita nel 2010. Per tutta risposta, dopo uno stop di quattro mesi, è tornata in campo e ha conquistato, con Bergamo, il suo secondo campionato. “È in quel momento che ho scoperto di avere una riserva nascosta: l’ho riconosciuta ed è diventata la mia forza”.

Una forza che vale come testimonianza per chi affronta momenti difficili, e una forza che è ora destinata completamente al Mondiale. “La mia energia è dettata principalmente da un aspetto: non essere mai sazia”. E con questa determinazione la Lo Bianco è pronta a prendersi la rivincita sul destino. Il secondo tocco, l’unico che conosce alla perfezione quale direzione prendere, può passare di nuovo tra le sue mani.