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Filomena Pucci: “le imprenditrici italiane appassionate ricercatrici di modelli possibili”

L’imprenditoria femminile è un fenomeno che racconterà il Ventunesimo secolo” spiega Filomena Pucci, autrice di Appassionate  un libro nato come una ricerca, poi diventato un e-book grazie al crowdfunding. Soprattutto un progetto di cultura dell’innovazione intesa come progresso umano.

“L’imprenditoria femminile è un fenomeno che racconterà il Ventunesimo secolo” spiega Filomena Pucci, autrice di Appassionate http://appassionate.eu un libro nato come una ricerca, poi diventato un e-book grazie al crowdfunding (3500 euro per coprire le spese di 9 mesi di lavoro), poi un libro cartaceo http://appassionate.eu/negozio/ realizzato grazie ai primi proventi dalla vendita degli e-book, e che adesso è anche un progetto itinerante di eventi. Soprattutto un progetto di cultura dell’innovazione intesa come progresso umano.

Filomena Pucci è una professionista della comunicazione, autrice televisiva, che per realizzare il suo sogno è andata a cercare i sogni realizzati delle altre: “un incoraggiamento prima di tutto a me stessa. Il libro nasce dal bisogno personale di rintracciare esempi virtuosi, modelli possibili”, racconta. Sono 1 milione e 380 mila le donne che fanno impresa in Italia, sono inseguitrici di passioni come Filomena. Ma come si fa a fare impresa nel modo giusto? “Si deve puntare sulla propria specificità. La passione va canalizzata in forme che possano essere utili”. Le imprese delle donne per circa il 40% intercettano bisogni nuovi e creano nuovi tipi di lavoro, oppure propongono evoluzioni di quelli tradizionali: “è questo che pensavo e di cui ho avuto la prova studiando i nuovi dati e le ricerche diffuse da enti come Unioncamere, le donne guardano il mondo con altri occhi, sanno farsi domande.

E una volta che ci si pone una domanda si è già molto vicini a trovare una risposta”. E poi le donne che fanno impresa in Italia hanno un’età media compresa tra i 35 e i 55 anni e questo dato viene letto da Filomena in modo laterale, con quello sguardo tra le righe che è proprio delle donne: “sono persone che probabilmente hanno provato ad essere felici prima in un altro modo e poi si sono fatte coraggio provando a rinascere, donne che si sono esposte ad un certo punto della loro vita”.

Nella ricerca Filomena ha studiato i casi di circa 100 donne, nel libro ne ha inserite 40, ma sono sempre in aggiornamento. Ne citiamo solo alcune per dare un’idea degli ambiti, ma meriterebbero di essere citate tutte. Daniela Ducato, ad esempio, ha creato pannelli isolanti per l’edilizia da scarti di lana; Lucia Iraci, parrucchiera di lusso a Parigi, ha pensato di offrire un servizio per clienti svantaggiate al costo di soli 3 euro; Maria Fermanelli, affermata architetta, ha scelto di mollare tutto per creare una panetteria per celiaci che è diventata un’azienda che ha addirittura scritto un protocollo con il Ministero della Salute; Sarah Pottharst, giovane stilista, ha creato una linea di moda premaman con un tessuto che repelle le zanzare, utile in particolare nei paesi dove si è diffuso il virus Zika.

E bastano forse questi esempi per dimostrare che più che storie d’impresa sono visioni del mondo. Un mondo possibilmente migliore.