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Gli Stati Generali delle Donne per raccontare chi ce l’ha fatta

"In Italia la situazione dell'occupazione giovanile e femminile è drammatica, era giusto mobilitarsi", dice Isa Maggi, coordinatrice del progetto che riunirà a Roma il 5 dicembre oltre un centinaio di donne per mettere a fuoco criticità e cercare insieme soluzioni

Lo scopo degli “Stati Generali delle Donne” è contribuire a influenzare l’agenda politica su temi importanti, in particolar modo quello del lavoro.
Oltre un centinaio di donne si incontreranno venerdì 5 dicembre presso la sede del Parlamento Europeo a Roma per esprimere il loro punto di vista, raccontare problemi, trovare soluzioni e mettere a fuoco le criticità e le peculiarità delle donne che vivono in Italia e che qui cercano di costruirsi un futuro.

Isa Maggi è la coordinatrice e referente di questo grande progetto che ha preso il via due anni fa con un tour italiano sul tema “Donne che resistono” e che è proseguito nel 2014 raccontando chi ce l’ha fatta, le figure femminili da prendere come esempio. Studi in economia politica e anni di lavoro come commercialista, Isa Maggi ha da sempre avuto la passione per l’imprenditoria e le start up, soprattutto quelle al femminile. Nel 1997 ha fondato a Pavia lo Sportello Donna per supportare la ricerca attiva di un impiego e per dare sostegno alle aspiranti imprenditrici. Il suo lavoro nel 2005 è diventato un Business Innovation Center della rete europea Ebn e il suo impegno non si è fermato.

Grazie al lavoro delle oltre venti coordinatrici, l’incontro di venerdì ha preso forma: “Gli Stati Generali in Francia venivano convocati in momenti di pericolo. In Italia la situazione dell’occupazione giovanile e femminile è drammatica quindi era giusto mobilitarsi”. Agli “Stati Generali” parleranno una cinquantina di donne sui temi del lavoro, del rapporto con il territorio, dell’istruzione, del gender gap, delle politiche femminili.

Secondo gli ultimi dati di Unioncamere su oltre 618 mila nuove imprese giovanili del 2014, oltre una su quattro è guidata da una donna, ma su oltre sei milioni di attività imprenditoriali in Italia solo il 21 per cento è a leadership femminile. “Nel nostro Paese c’è un divario tra la scolarizzazione delle donne e la loro utilizzazione nell’economia produttiva e nella politica – spiega Maggi – Abbiamo molte competenze, siamo multitasking, ma in Italia le presenze femminili in ruoli di leadership sono poche. Il nostro non è un Paese per donne”.

La conferenza di venerdì, realizzata con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, porterà alla creazione di un documento che verrà consegnato agli organi politici e che sarà la base del lavoro del 2015 in vista della “Conferenza mondiale delle Donne” convocata a Milano in Expo dal 26 al 28 settembre. “Il tema centrale sarà come favorire la nascita e la vita di nuove imprese femminili. Proporremo un nuovo modello di sviluppo perché le donne non vogliono parlare di ricette, ma di lavoro”.

Nei prossimi mesi gli “Stati Generali delle Donne” continueranno a muoversi per l’Italia per far conoscere il proprio progetto e il documento sarà presentato ai politici regionali: “Ogni territorio ha le sue caratteristiche, parlare di lavoro in Sicilia è diverso che farlo in un’altra regione”, dice Maggi.

L’incontro di venerdì 5 è quindi il primo passo di una lunga riflessione che ha coinvolto e coinvolge donne in tutta Italia. Sarà possibile seguire gli interventi in streaming tramite Facebook o attraverso il sito dell’organizzazione. “Vogliamo risolvere il problema della mancanza di impiego e dello sviluppo economico delle donne. Di tutte: quelle che lavorano, quelle che cercano un’occupazione, quelle che studiano e si impegnano. Qui, in Italia”.