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L’appello di One billion rising a Papa Francesco a proposito della violenza sulle donne

L'autrice de Il monologo della vagina e il movimento globale hanno presentato un appello al pontefice: "Fino a quando continueremo ad accettare qualsiasi cosa che non includa tutti un miliardo di persone nel mondo continuerà a reclamare giustizia"

Quella che segue è la lettera che Eve Ensler, autrice de I monologhi dela vagina, e le attiviste del movimento One billion rising hanno indirizzato a Papa Francesco durante la loro visita a Roma sui temi della parità fra i sessi e della discriminazione contro il genere femminile

Roma, 23 aprile 2014

Caro Papa Francesco,

siamo riuniti a Roma come rappresentanti di One Billion Rising, il movimento globale per porre fine alle violenze contro le donne e le bambine. Siamo presenti in 207 Paesi del mondo in risposta alla statistica della Nazioni Unite che dichiara che una donna su tre nel corso della sua vita verrà stuprata o picchiata. Questo dato segna il destino di un miliardo di donne nel pianeta.

È giunto il tempo per la Chiesa Cattolica e per tutte le altre confessioni religiose di porre la questione della violenza sulle donne al centro di ogni dibattito e volontà e di impegnarsi con tutto il cuore e con ogni risorsa per sradicare questo flagello.

Questo è il nostro appello.

Fino a quando gli emarginati non saranno al centro
Il silenzio non sarà rotto
E la storia non sarà raccontata
Fino a quando ogni singola battaglia non sarà integrata in una sola lotta
Fino a quando la legge non diventerà qualcosa che vive e respira
Fino a quando ogni violenza sarà parte della violenza a cui vogliamo porre fine
Fino a quando ogni casta, ogni razza, ogni sessualità e ogni genere
faranno parte di un’unica storia
Fino a quando non si smetterà di costringere povere donne dentro edifici in rovina
O nelle discariche o nei vicoli per guadagnarsi pochi soldi per vivere
Fino a quando non si smetterà di rimandare donne stuprate nei luoghi dove
saranno stuprate di nuovo
Fino a quando non si smetterà di distruggere e rubare la terra degli indigeni
Fino a quando non onoreremo le donne violate e uccise nelle guerre,
Nelle città, nelle caserme, nelle case, nelle chiese, nelle università, nelle scuole
Sugli autobus, nei letti matrimoniali, nelle foreste, nei campi di lavoro e negli uffici
Fino a quando non rifiuteremo l’occupazione e il prosciugamento dei nostri corpi, dei nostri campi, delle nostre risorse
E dei nostri cuori

Non con altre bombe
Non con altra morte
Non con altro dolore

Fino a quando ogni violenza non sarà denunciata
E ogni ferita condivisa
Fino a quando le montagne di ricordi
E di oppressione non saranno svelate e messe a nudo
Fino a quando le leggi non saranno al servizio dei più poveri
E cesseranno di proteggere i potenti
Fino a quando tutti non saranno giudicati con la stessa misura
Fino a quando alle donne non sarà riconosciuto
il loro valore e il loro diritto
Davanti a tribunali, miniere, stazioni di polizia, uffici governativi, posti di lavoro,
Ambasciate, luoghi di culto, case private
Fino a quando non ci libereremo dalla nostra vergogna, dal nostro dolore, dalla nostra umiliazione e dalla rabbia
Fino a quando non assumeranno responsabilità i governi,
I capi di stato, i mariti, i fidanzati, i padri, i fratelli, i preti, i mullah, i rabbini, i ministri, i dirigenti, i potenti
Fino a quando continueremo ad accettare qualsiasi cosa che non includa tutti
Un miliardo di persone nel mondo continuerà a reclamare giustizia

Eve Ensler

Fartuun Adan (Somalia); Vanessa Arellano Banoni (Peru); Abha Bhaiya (India); Kamla Bhasin (India); Nicoletta Billi (Italy); Rada Boric (Croatia); Nicoletta Corradini (Italy); Anne-Christine D’adesky (United States); Laura Flanders (United States); Lynne Franks (United Kingdom); Nyasha Gloria Sengayi (Zimbabwe); Wu Haomei (Taiwan) Fahima Hashim (Sudan); Karin Heisecke (Germany; Colani Bagcinile Hlatjwako (Swaziland); Lindsey Horvath (United States); Chi Hui-Jung (Taiwan); Khushi Kabir (Bangladesh); Cecile Lipworth (United States); Marsha Pamela Lopez Calderon (Guatemala);Dianne Madray-Yussuff (United States); Marya Meyer (United States); Barbara Mhangami-Ruwende (Zimbabwe); Anthony Montenieri (United States); Jessica Eva Montoya (United States); Andrés Elías López León Naime (Mexico); Lisa Schejola (United States); Susan Celia Swan (United States); Isatou Touray (The Gambia); Karabo Tshikube (South Africa); Monique Wilson (Philippines)