
Con un album dal titolo liberamente estratto da un testo di Goliarda Sapienza, le Malmaritate rievocano il medioevale passaggio in cui: “Le donne, obbligate dall’indiscutibile volere familiare a imprigionarsi in matrimoni di convenienza, passavano dalle mani di un padre-padrone a quelle di un marito-padrone. Raccontando in poesie e canzoni i loro turbamenti esistenziali e il disagio della vita matrimoniale, sono state le primissime cantautrici della storia”. Il progetto culturale, nato da un’intuizione della cantautrice Carmen Consoli, non è soltanto di esclusiva matrice musicale; Gabriella Grasso (voce e chitarra), Valentina Ferraiolo (voce), Emilia Belfiore (violino) e Concetta Sapienza (clarinetto), infatti, promuovono e accolgono piacevolmente l’arte in tutte sue diverse forme, attraverso anche le eccellenti ospitate di amiche fra le quali Nada, Donatella Finocchiaro, Claudia Gerini e Carmen Consoli. Ognuno havi ‘n sigretu – prodotto dall’ dall’etichetta discografica Narciso Records, patrocinato dall’associazione Telefono Rosa, e presentato presso la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre – è un’eccellente spremuta di brani che, alternando le universali tematiche della vita e dell’amore, non disdegna accenni alla cronaca attuale e alle fondamentali immersioni storiche: “La scrittura dei testi nasce da elementi e stimoli emotivi; partendo dalla musica popolare e dalle nostre radici, raccontiamo tutte le sfaccettature della galassia femminile. Raccontiamo una donna simbolo di forza che muoveva e comprendeva in maniera chiara l’andamento dell’esistenza. Puntiamo a recuperare quell’immagine per riproporla alle nuove generazioni, affinché imparino ad avere rispetto per l’essere umano in sé. La donna è la chiave dell’universo, non è casuale la sua circolarità con i cicli lunari, stagionali e mestruali. Identifichiamo in lei il senso della collettività, cantando anche l’amore, da quello dannato e ruvido a quello leggero e spensierato sbocciato fra gli ulivi durante il periodo della raccolta. Gli amori disincantati, purtroppo, oggi assumono le sembianze di femminicidi. Noi proviamo a urlare il nostro sdegno nel tentativo di trasformare questo malessere, a volte disarmante, in energia positiva attraverso i mezzi costruttivi della musica e dell’arte ché da sempre hanno lo scopo nobile di rievocare il bello armonico di incoraggiarlo e di promuoverlo. In questo delicato momento in Italia abbiamo un estremo bisogno di creare valore e di solleticare le coscienze ben disposte a bonificare il tessuto sociale. Esattamente un anno fa ci siamo esibite davanti ai detenuti del Carcere minorile di massima sicurezza di Bicocca a Catania; abbiamo incontrato una quarantina di ragazzi, poco più che bambini, che, se pur inciampati nell’errore, chiedono a gran voce un sorriso e una carezza che possano permettere loro di rialzarsi per ritrovare l’innata predisposizione alla vita e al divertimento, fuori dal grigio-freddo delle mura carcerarie”. Nel disco non mancano i riferimenti alla devozione e al culto: “Se non e ci fossero momenti di religiosità con ci sarebbe la tradizione. La storia è ricca di riti pagani divenuti religiosi e viceversa. Il confine è imprescindibile”. Il progetto Malmaritate nasce a Catania, nella città del profondissimo sud in cui tutto è donna: “Da mamma Etna che gestisce i nostri umori, a San’Agata che ci protegge e ci vuol bene”.
