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Dal Piemonte alla Sicilia l’arte del tessuto di Filly Cusenza

Le sue sculture di stoffa sono sparse nei musei del mondo, lei ora vive a Bagheria in provincia di Palermo. Un'artigiana del made in Italy che spera nella politica per coltivare i giovani talenti e per comprendere l'arte del fatto a mano contro la serialità uniformante

Creazioni artistiche in tessuto. Perché la creatività non conosce materie impossibili da esplorare. Un gioco infantile divenuto mestiere. Filly Cusenza, artista o artigiana. Semplicemente, designer del tessuto; definizione che, senza perplessità alcuna, ingloba e abbraccia varie sfaccettature. Nata e cresciuta a Torino, Filly muove i primi passi creativi nella cucina di casa: “Quando si finiva di mangiare il tavolo diventava un vero e proprio banco da laboratorio perché mia madre e mia nonna cucivano. Rubacchiando loro ritagli e brandelli di stoffa, ho iniziato a compiere le mie piccole creazioni, andando già fuori dagli schemi tradizionali. In parole povere, abbozzavo i primi esperimenti tridimensionali”. Una passione che non si è affievolita con gli anni, ma si è irrobustita: “Dopo la laurea in architettura e il diploma in Belle Arti, ho continuato ad alimentarla, realizzando libri e sculture di stoffa, specializzandomi in quella che amo definire l’arte da indossare poiché ogni singolo pezzo è unico e realizzato a mano”. Dal nord al sud, dal Piemonte alla Sicilia dove, complice il matrimonio, Filly ha scelto di vivere e di operare a Bagheria, in provincia di Palermo: “Qui ho intrapreso anche un’entusiasmante collaborazione con il museo che ospita il patrimonio pittorico donato da Renato Guttuso alla sua città natale. Una mia installazione è posizionata di fronte al dipinto Le donne vanno e vengono. Ho realizzato un reggiseno di cinque metri che, come un prolungamento del gesto, sembra essere lanciato in aria da una delle protagoniste dell’opera. Il museo ospita anche dei miei manufatti che, allietando un percorso sulla favola, strutturato in varie stanze, fanno da supporto alle lezioni da me tenute sull’illustrazione e il tessuto”.

Le istallazioni di Filly sono sparse in buona parte d’Europa: “Sono stata selezionata fra 150 designer da tutto il mondo a esporre delle scarpe in una sala del Museo Grassi di Lipsia”. Il tessuto non pone limiti alla sua creatività: “Rappresenta il materiale più congeniale ché mi permette di trasformare ogni intuito in un’opera d’arte lontane anni luce dai processi di omologazione e dalle produzioni seriali. L’arte non è soltanto un quadro appeso alla parete, ma anche un pezzo da indossare. Ho iniziato con le Tshirt, tutte rigorosamente diverse l’una dall’altra, e ho proseguito fino a sconfinare nel design e nell’arredo casa. Tutto è tessuto, intorno a me”. Seguendo il filo conduttore dell’ironia leggera e spensierata, Filly Cusenza, decantando il valore eccelso del Made in Italy che ci ha reso assoluti maestri nel mondo, resta fedelmente ancorata al fatto a mano: “La differenza tra l’arte e l’artigianato è sempre più sottile. Spero soltanto che le nuove generazioni ne comprendano l’importanza per sviluppare la propria creatività, magari supportarti e incentivati dalla politica che, prima di tutto, dovrebbe tutelare il benessere culturale dei giovani”.